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I 15 finalisti di #culturability4 L'intervista a Booqsurf

​Una biblioteca di libri e oggetti ispirata agli Idea Store britannici e un'idea condivisa di cultura accessibile e non discriminante. Questi gli ingredienti di Booqsurf, il progetto finalista del bando culturability 2017, nato per dare nuova linfa e continuità allo spazio booq a Palermo. L'esperienza, avviata nel 2014, nasce grazie a un gruppo di cittadini attivi sul territorio, i booqers, che ce ne parlano in questa intervista.

Lo spazio booq è situato nella Kalsa a Palermo. Un quartiere in cui immobili di pregio si affiancano a case popolari ed edifici occupati. Come vi inserite in questo contesto?

La progressiva gentrificazione che ha vissuto il quartiere ha provocato marginalità e forme di ghettizzazione di una parte della popolazione. Con booq abbiamo cercato un nuovo modo di vivere la zona, proponendo uno spazio di socialità e di scambio, a prescindere dall'estrazione sociale, puntando sulla forza aggregativa dell'arte, fornendo anche servizi educativi e sociali a chi non riesce ad accedervi. È nata così l'idea di creare una biblioteca accessibile e contemporanea per gli abitanti, con un'attenzione particolare alle fasce sociali più deboli, alle numerose comunità migranti che abitano il territorio cittadino, a studenti, lettori, artisti, scrittori e ricercatori. Ma non vogliamo limitarci ai libri e agli oggetti, all'interno prevediamo di realizzare anche uno spazio caffetteria inclusivo e multilingue, luogo informale di scambio, discussione, consulenza e aggregazione.

booq ha sede in un basso di proprietà comunale, rimasto inutilizzato per parecchi anni. Raccontateci  la storia di questo luogo.  

Quella che noi definiamo “biblio-officina" nasce in uno spazio di proprietà comunale, prima del nostro arrivo abbandonato da 7 anni. L'edificio ha una valenza storica forte e significativa. In Vicolo della Neve erano soliti riunirsi i Fasci Siciliani dopo l'unificazione d'Italia e, nel corso degli anni, la sua storia si è intrecciata più volte con quella del Gattopardo: è proprio in questo vicolo che il regista Luchino Visconti ha deciso di girare le scene del film. In seguito, i locali hanno ospitato il “Caffè Letterario Tomasi di Lampedusa" fino al suo abbandono. Nella prima metà del Novecento, sono stati utilizzati anche come “casa del popolo", balera e dopolavoro. Dopo la chiusura del Caffè Letterario, lo spazio è rimasto vuoto e inutilizzato a causa delle condizioni disastrose in cui era stato lasciato. È stato allora che un gruppo di attivisti, i futuri booqers, ha deciso di restituirlo alla città come luogo pubblico, libero all'interno del quartiere e, con un consistente patrimonio librario, ha occupato lo spazio comunale il 1° giugno 2014.

Cos'è successo dopo?

Dopo l'occupazione abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione anche grazie alle donazioni e alla disponibilità dei volontari che hanno lavorato per rendere fruibile lo spazio. Le attività sono andate avanti ininterrottamente da agosto 2014 fino alla fine del 2016, quando una serie di atti vandalici ci hanno costretto a interrompere le attività all'interno dell'edifico. Abbiamo comunque continuato il nostro percorso, portando le nostre iniziative nelle strade, in collaborazione con altre organizzazioni, come il Carnevale Sociale e il Mediterraneo Antirazzista (di cui booq è il referente principale nella Kalsa). Tutte queste attività, grazie al coinvolgimento dal basso di centinaia di ragazzi, ci hanno portato a stringere una forte alleanza con le scuole elementari e medie. In quel periodo abbiamo iniziato a immaginare azioni capaci di creare connessioni virtuose tra la Kalsa e l'intera città, così come tra gli abitanti e la moltitudine di persone che attraversa questi luoghi quotidianamente. Per poterle realizzare, però, dovevamo tornare ad avere uno spazio. I lavori di ripristino dei locali a quel punto non erano più rimandabili.

A fine 2016 il collettivo di booq si è costituito in associazione, avviando il dialogo e l'iter di assegnazione degli spazi con il Comune di Palermo. 

Sì, il Comune aveva già iniziato un dialogo con i centri sociali, ispirandosi al regolamento di Napoli sui beni comuni, per avviare una riflessione condivisa sulla gestione di questi spazi. Dopo gli episodi di vandalismo, la necessità di confrontarsi si è fatta urgente perciò i rapporti con l'amministrazione comunale si sono intensificati.

E a quel punto che avete deciso di partecipare al bando culturability… 

Sì, si è trattata di una fortunata coincidenza. Siamo venuti a conoscenza della quarta call di culturability in un momento fondamentale del nostro percorso. Ridare valore al nostro consistente patrimonio librario e alle nostre competenze era prioritario: ci siamo messi al lavoro sin da subito alla stesura del progetto, intravedendo un'occasione per continuare quello che avevamo iniziato due anni prima, ma con più strumenti.

Il vostro patrimonio librario conta più di 6.000 volumi. Qual è la sua origine?

Nonostante booq nasca nel 2014, il gruppo ha una storia di attivismo più che decennale nella città di Palermo. Una parte dell'attuale team proviene, infatti, da un'altra esperienza cittadina: il Laboratorio Zeta, che ha segnato la vita politica, sociale e culturale di Palermo dal 2001 al 2013. Durante quel periodo si realizzavano ricerche e studi su vari temi. Lo scopo era di combattere la crescente disgregazione del tessuto sociale delle città moderne attraverso una cultura accessibile e non discriminante. Le donazioni e i libri che circolavano erano molti ed è così che si è costituito un patrimonio librario, che ha permesso al nuovo collettivo di portare avanti le attività di coinvolgimento delle comunità.

Cosa muove l'attivismo dei booqers?

Vogliamo dimostrare che arte e cultura possono essere accessibili a tutti, come strumenti che generano benessere e futuro. Fin dalla sua apertura, booq si propone come simbolo di innovazione, sperimentazione di pratiche interculturali e produzione narrativa trasversale e accessibile. Uno spazio di non discriminazione, in cui le culture possono appartenere a tutti ed ognuno ha diritto di imparare, sperimentare, leggere, creare, raccontare se stesso e la città.

Una biblio-officina, dove condividere libri e oggetti, ma anche competenze e saperi. Qual è la vostra idea di biblioteca?

Quella di uno spazio di socializzazione, ci ispiriamo alle biblioteche di moderna concezione, con orari più flessibili, risorse cartacee e digitali dedicate a diverse fasce di età e popolazione. Luoghi in cui superare la divisione tra bibliotecario e utente, di interazione, condivisione e produzione di saperi. L'accessibilità cognitiva diventa la chiave per mettere al centro i fruitori e le loro esigenze, creare un luogo accogliente e non discriminante. Un luogo empatico che fa dell'ascolto attivo la prima strategia per il coinvolgimento di diversi pubblici, abbattendo ogni barriera fisica e/o mentale. Un'altra caratteristica è la volontà di superare la distinzione disciplinare tra cultura umanistica e scientifica promuovendo, a partire dai testi di scrittori classici come Calvino o Primo Levi, laboratori e attività pratiche di divulgazione letteraria e scientifica assieme.

Siete tra i 15 finalisti di culturability, selezionati tra 429 progetti arrivati da tutta Italia. Qual è stata la reazione a questa notizia?

Le reazioni sono state entusiaste, sia da parte dei booqers, sia da parte dei partner. Sono stati mesi molto impegnativi per le attività nelle quali il collettivo è molto attivo e impegnato, con Mediterraneo antirazzista e altri progetti e bandi ai quali stiamo partecipando. Ci siamo messi subito al lavoro per assicurare un futuro al progetto booqsurf e al nostro futuro spazio. In questa nuova avventura, sentiamo la forza di avere dalla nostra parte una rete ampia di sostegno, non solo dei singoli abitanti, ma anche associazioni e diverse organizzazioni, come noi attive e impegnate per generare un futuro migliore nel quartiere e in tutta la città di Palermo.​