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Alla scoperta di Centrale Fies

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​Sono 15 i centri finalisti del bando culturability 2020, 15 luoghi dove arte e cultura trovano casa, 15 spazi dove legami e fiducia tra le persone prendono forma ogni giorno grazie a un lavoro di cura e prossimità. In questi articoli ve li raccontiamo, in attesa di scoprire i 4 vincitori che​ accederanno al contributo e all'accompagnamento previsti dalla call, in un percorso di trasformazione lungo un anno e mezzo.

Importante recupero di archeologia industriale per fini artistici e culturali, Centrale Fies ospita sperimentazioni su pratiche, modalità e processi produttivi legati alle residenze artistiche e alle arti performative.

Un luogo dedicato tutto l'anno alla ricerca: al suo interno si allena lo sguardo critico sul contemporaneo e si sperimentano nuove forme e processi artistici, in un'ottica aperta ad ogni disciplina, tematica e campo di studio. Nell'art work space ha sede l'hub culturale Fies Core, che lavora sull'intreccio tra cultura e altri settori, come turismo, agricoltura, design ed educazione. 

​Attraversata ogni anno da decine di artisti e creativi da ogni parte del mondo, Centrale Fies, in virtù della sua vocazione trans-settoriale, attrae realtà imprenditoriali e progetti ibridi dal forte carattere sperimentale. Ha sviluppato consolidate relazioni con numerosi centri di produzione artistica e festival di performing art in Europa e nel mondo. All'attivo ha numerose produzioni che hanno contribuito a creare e far crescere una nuova generazione di artisti, così come a mettere a punto pratiche artistiche come danza e architettura, teatro danza, teatro civile.

Centrale Fies si assume il rischio dell'investimento su un settore che sarebbe stato più facile immaginare in grandi centri urbani, mantenendo una doppia natura: da un lato studio e ricerca degli artisti, orientati e sostenuti all'interno dell'ambito specifico delle arti contemporanee internazionali, dall'altra l'“utilizzo" dell'arte e della cultura come strumento per contaminare e rigenerare ambiti locali differenti: dall'educazione, al turismo, etc. per individuare modalità di azione e visione disancorate da modelli non più adeguati agli attuali ecosistemi.

Il centro nasce dall'esperienza del festival drodesera (nato nel 1981 ad opera di Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi) che dalle piazze e dai cortili del paese di Dro si trasferisce nel 1999 all'interno della parte in disuso di una centrale idroelettrica, dando vita ad un centro di ricerca, residenza e produzione dedicato alle arti performative. ​Nel tempo le attività della Centrale hanno incluso anche altre forme di produzione e divulgazione culturale quali mostre, workshop, un hub cultura che crea progetti culture based per rigenerare ambiti strategici del territorio, panel, pubblicazioni.

 

L'ESPERIENZA DEL LOCKDOWN

Nel corso del Camp con i finalisti di culturability, abbiamo chiesto ai 15 centri cosa avessero appreso, osservato e difeso durante la chiusura causata del Covid-19 e nel periodo successivo. L'abbiamo fatto chiedendo loro di condividere un'azione, un metodo o uno strumento per far emergere una riflessione collettiva. Questa la risposta del team di Centrale Fies.

​“Quando usciremo di qua, con i nostri corpi e menti più deboli e stanche di quanto possiamo anche solo immaginare, avremo il difficile compito collettivo di risanare la terra. Saremo più scaltri, più poveri, più affamati, saremo animali politici. Immagino un paesaggio sovrapposto a quello naturale dove buon senso, distanze, educazione, intelligenza laterale, sopravvivenza, misure, risanamento, opportunità, dignità, ascolto, fiducia, libertà, sono le nuove montagne da scalare, le spiagge assolate, i rifugi nascosti, i luoghi ideali da raggiungere al più presto." Un estratto da IN QUESTA NUOVA ERA di Virginia Sommadossi

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

  • INBTWN: una mostra online che sviluppa una riflessione sul rapporto tra corpi e tecnologie curato da Claudia D'Alonzo.
  • The Whisper Game: un progetto online sullo scambio tra le sound e dance artist Stina Fors e Sukitoa o Namau, curato da Alma Söderberg: uno scambio, un gioco di sussurri fatto di materiali nuovi o passati.