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Alla scoperta di Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva

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​Sono 15 i centri finalisti del bando culturability 2020, 15 luoghi dove arte e cultura trovano casa, 15 spazi dove legami e fiducia tra le persone prendono forma ogni giorno grazie a un lavoro di cura e prossimità. In questi articoli ve li raccontiamo, in attesa di scoprire i 4 vincitori che accederanno al contributo e all'accompagnamento previsti dalla call, in un percorso di trasformazione lungo un anno e mezzo.

Un museo collettivo che ospita una narrazione corale di Palermo, nato dall'iniziativa di un gruppo di giovani motivati a lavorare sul senso dei luoghi e la capacitazione delle comunità.

L'Ecomuseo Urbano ​Mare Memoria Viva ha sede presso l'Ex Deposito Locomotive di Sant'Erasmo, una struttura tardo-ottocentesca posta a terminazione della linea a scartamento ridotto Palermo-Corleone, oggi dismessa. L'idea di ecomuseo si basa su “un patto tra cittadini che decidono di prendersi cura di un territorio": un museo collettivo la cui “collezione" è un archivio audiovisivo in perenne progresso con fotografie, video, interviste, documenti, testimonianze, mappe che compongono una storia collettiva delle trasformazioni urbanistiche e sociali della città dal dopoguerra a oggi. Il mare fa da metafora e da filo conduttore. L'archivio è la materia viva su cui si sviluppano le attività educative, il lavoro con gli artisti, le azioni e i progetti di welfare culturale. Il dipartimento educazione MARedù cura visite e laboratori per le scuole e per bambini e ragazzi soprattutto del quartiere, co-progetta con artisti e altre associazioni cittadine.

Ridare a Palermo il suo mare è la missione dell'Ecomuseo, e mare vuol dire bellezza, opportunità, movimento, diritti. Con la visione che sia possibile creare le condizioni affinché la rigenerazione urbana abbia ricadute ampie sulla vita delle persone del quartiere, il centro intende difendere un'idea e una pratica di rigenerazione senza gentrificazione e senza annichilimento del paesaggio e delle culture, dove c'è accoglienza della diversità e capacità di mediazione tra istanze conflittuali. Mare Memoria Viva in questa visione agisce come ponte, facilita l'accesso, condivide risorse, connette e offre esperienze che indicano direzioni possibili. “Oggi rimaniamo innamorati di Palermo e del suo mare e irremovibili dal credere e agire affinché il mondo possa essere migliore di come è".

Il dream team del centro è un gruppo al 90% femminile e under 40, fatto di progettisti, ricercatori, educatori, che si sono uniti prendendosi cura dello spazio. Lavorano continuativamente otto persone e un numero variabile di collaboratori. Le decisioni sullo sviluppo e sui contenuti vengono prese in condivisione, così come è condiviso “l'andamento" in riunioni settimanali di tutto il team. Ogni anno è previsto un “intensivo" al mare in estate, per tracciare un bilancio di cosa è stato fatto, confrontarsi sui desideri e le aspirazioni e progettare le attività future.

Nella gestione dell'ecomuseo sono coinvolte CLAC ETS e il Comune di Palermo. Partner stabili sono Palma Nana per le attività educative, la fondazione Casa Lavoro e Preghiera per il progetto di turismo sociale e Genìa e Minimum per i progetti artistici. Sono alleati di Mare Memoria Viva le scuole, una rete informale di terzo settore cittadino attivista e resistente che opera in diversi quartieri con cui l'ecomuseo è connesso, alcune realtà del territorio, gli artisti che vengono a risiedere e lavorare con il centro, reti nazionali dell'innovazione sociale e culturale.


L'ESPERIENZA DEL LOCKDOWN

Nel corso del Camp con i finalisti di culturability, abbiamo chiesto ai 15 centri cosa avessero appreso, osservato e difeso durante la chiusura causata del Covid-19 e nel periodo successivo. L'abbiamo fatto chiedendo loro di condividere un'azione, un metodo o uno strumento per far emergere una riflessione collettiva. Questa la risposta del team di Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva.

“Abbiamo avuto conferma di alcune cose che già pensavamo: che l'educazione alla città e ai diritti si può fare bene stando insieme, corpo a corpo, negli spazi. Che il ruolo sociale di un museo sia aiutare le persone a essere autonome, capaci di comprendere e determinare l'ambiente in cui vivono, conoscere i propri diritti e il mondo in cui si muovono. E anche che il museo è un luogo ma è anche un soggetto che fa sentire meno soli e inadeguati, che l'arte, la cultura, le tecnologie usate bene sono strumenti che aiutano a non avere paura e inventare il futuro. Abbiamo saputo ancora di più che le reti sono importanti, di tutte le specie, così come il mare e la poesia."

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

In questo periodo il team sta lavorando sull'allestimento di un nuovo exhibit per l'ecomuseo co-progettato con giovani rifugiati coinvolti nel progetto Voci del Verbo Viaggiare.
In corso è il progetto UDATINOS, con gli artisti Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, che prevede la realizzazione di un boschetto data driven per la Costa Sud-Est di Palermo. Un'opera d'arte infoestetica che funge da indicatore dell'inquinamento delle acque del fiume Oreto.​