Sono 15 i centri finalisti del bando culturability 2020, 15 luoghi dove arte e cultura trovano casa, 15 spazi dove legami e fiducia tra le persone prendono forma ogni giorno grazie a un lavoro di cura e prossimità. In questi articoli ve li raccontiamo, in attesa di scoprire i 4 vincitori che accederanno al contributo e all'accompagnamento previsti dalla call, in un percorso di trasformazione lungo un anno e mezzo.
Officine CAOS - Officine per lo Spettacolo e l'Arte Contemporanea è un centro internazionale per la produzione culturale e l'innovazione sociale, uno spazio polifunzionale frutto di un processo di rigenerazione nell'ex quartiere operaio de Le Vallette nella periferia di Torino, nato negli anni '50 sotto la spinta della grande migrazione verso il nord Italia industrializzato. In quest'area vivace e ricca di risorse, ma fortemente penalizzata dalla mancanza di strutture e servizi al cittadino, oggi emerge un forte senso di appartenenza e una grande voglia di riscatto.
In quel contesto, Officine CAOS apre nel 2002 con l'intento di dare una casa ai tanti giovani artisti nazionali e internazionali, associazioni locali e gruppi spontanei, singoli cittadini e persone in difficoltà che negli anni hanno condiviso con il team un progetto, un'utopia, una passione. A distanza di quasi vent'anni, forti di una crescente comunità di decine di migliaia di persone che ogni anno attraversano questi spazi, officine CAOS è oggi conosciuto a livello locale, nazionale e internazionale come centro di produzione culturale, un luogo di incontro inclusivo e accogliente, uno spazio aperto alle proposte di tutti i cittadini, un laboratorio di idee e relazioni.
Officine CAOS ha alle spalle una grande famiglia diventata tale nel tempo, composta da donne e uomini molto diversi per esperienza, responsabilità ed età anagrafica – lo staff conta ben tre generazioni – ma tutti fortemente uniti attorno a una visione chiara: l'idea che la cultura, accessibile, attraente, capace di mettere insieme le persone e di farle innamorare, possa cambiare la vita di chi la vive e la attraversa, in un istante e per sempre, soprattutto se si abita in un quartiere periferico e marginale come quello in cui operano.
I fondatori iniziano il loro percorso assieme negli anni '70, quando si uniscono come collettivo politico dell'Accademia Albertina di Torino; negli anni '80 trovano una sede nell'ex OP di Collegno (To) per poi trasferirsi negli anni '90 nell'atelier di Michelangelo Pistoletto a Biella e infine approdare negli anni zero nel quartiere Le Vallette con l'apertura delle officine CAOS. Nati come artisti relazionali, nel corso di quattro decadi e tre generazioni hanno sviluppato competenze approfondite nella produzione artistica e nell'organizzazione culturale con una forte vocazione al sociale, alla marginalità, alla diversità, allo scarto e al rischio.
L'ESPERIENZA DEL LOCKDOWN
Nel corso del Camp con i finalisti di culturability, abbiamo chiesto ai 15 centri cosa avessero appreso, osservato e difeso durante la chiusura causata del Covid-19 e nel periodo successivo. L'abbiamo fatto chiedendo loro di condividere un'azione, un metodo o uno strumento per far emergere una riflessione collettiva. Questa la risposta del team di Officine CAOS.
“Da subito abbiamo riconvertito tutti gli spazi di CAOS, per fronteggiare l'emergenza, diventando uno snodo di distribuzione pacchi alimentari in rete con Torino Solidale. Abbiamo scoperto che le famiglie in difficoltà erano molte di più di quanto immaginavamo, abbiamo però anche trovato una rete di solidarietà, di volontari, di donatori a noi sconosciuta. La pandemia ha messo a nudo tutte le fragilità del nostro territorio, ma anche le potenzialità latenti: la rabbia e la voglia di riscatto, la solitudine e la capacità di relazione, la mancanza di speranza e il desiderio di trasformazione."
Nel frattempo da settembre sono ripartite quasi tutte le attività principali di officine CAOS. Di seguito un elenco delle iniziative in corso: