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I 15 finalisti di #culturability4 L'intervista ad Ariston in Action

​Restituire il vecchio cinema della città, chiuso negli anni novanta, alla comunità di Penne, duramente colpita prima dal terremoto dell'Aquila del 2009 e poi da quello di Amatrice dello scorso anno. Questa l'ambizione di Ariston in Action, uno dei 15 finalisti del bando culturability 2017. 

Portato avanti da un'ampia rete di organizzazioni locali, il progetto ha l'obiettivo di aprire un luogo di incontro e fruizione culturale, ma anche uno spazio di formazione per i giovani che decidono di restare sul territorio. Non solo cinema, ma anche teatro, danza, musica e fotografia. In questa intervista il project manager Lorenzo Vecchioni ci racconta l'iniziativa e che punto sono. 

 Verso la riapertura del Cinema Ariston. L'iniziativa è in cantiere da un po': com'è iniziato il processo e a che punto siete?

Sono già a tre anni che stiamo lavorando a questa idea e possiamo dire di essere a buon punto, ci manca una spinta in più per poter partire e riaprire lo spazio. Dobbiamo fare alcune opere di adeguamento all'interno per ottenere i permessi dai vigili del fuoco. L'idea è nata per colmare la mancanza di spazi di aggregazione e culturali a Penne, una mancanza e un vuoto acuiti dai terremoti dell'Aquila del 2009 e di Amatrice del 2016, con la tragedia di Rigopiano. Manca uno spazio dedicato alla fruizione culturale, noi abbiamo individuato in un vecchio cinema nel centro storico, un luogo dove poter rimettere in vita quello che ad oggi non c'è.

Raccontaci qualcosa in più sullo spazio.

Il vecchio Cinema Ariston di Penne è stato chiuso negli anni novanta e poi riaperto a vicende alterne. Si tratta di un classico cinema costruito su due livelli, platea e galleria, che all'epoca offriva 500 posti a sedere. Oggi la platea non esiste più ed è stata destinata a un supermercato, ma resta la galleria con una superficie utilizzabile di 500 mq in grado di ospitare oltre 200 posti a sedere. La proprietà è privata e nel 2015 la nostra associazione Nuovo Cinema Ariston ha preso in affitto lo spazio.

Cinema, ma non solo. Cosa sarà e cosa ospiterete all'interno della nuova struttura? 

Sì, al suo interno intendiamo organizzare attività legate a teatro, danza, musica, ma anche convegni, mostre, laboratori e corsi. Apriremo un bar e stimoleremo la creazione di attività collaterali portate avanti da giovani e cittadini anche a livello imprenditoriale. L'idea è quella di un centro culturale, di incontro e di formazione per i giovani che decidono di restare sul territorio. Penne è un piccolo comune, ma pensiamo sia importante che abbia un suo centro artistico e culturale. Crediamo che la cultura e la sua diffusione possano migliorare la qualità della vita delle persone generando benessere.

Qual è il processo che ha portato alla costituzione dell'associazione Nuovo Cinema Ariston? Quante persone collaborano attivamente e quante si sono riunite attorno al progetto?

Dopo le vicende che hanno colpito il nostro territorio, un gruppo di cittadini si è riunito in associazione con l'idea di rimettere in moto questa sala abbandonata. Siamo partiti dal nulla: abbiamo avviato un tesseramento, senza la certezza dei risultati che avremmo raggiunto, ma siamo riusciti a raccogliere una cifra iniziale di 13 mila euro. Le persone di Penne sono molto legate a questo cinema. Un tempo i nostri genitori andavano lì a guardare film in bianco e nero di Fellini e altri grandi registi. Il direttivo è composto da una cinquantina di persone che condividono lo stesso sogno. C'è poi un team più operativo di quatto-cinque elementi tra cui il presidente, il vicepresidente, il direttore artistico. E poi c'è la grande rete che sostiene il progetto. A partire dal forte attaccamento da parte di tutta la cittadinanza siamo riusciti ad aggregare 16 associazioni e 4 scuole. Complessivamente, i partner contano 900 soci e 2000 studenti coinvolti, tutti molto attivi e partecipi in questo percorso di rigenerazione.

Perché pensate ci sia un coinvolgimento così ampio, c'è qualcos'altro oltre all'affetto per lo spazio?

C'è un bisogno diffuso e condiviso di uno luogo fisico dove poter incontrarsi, scambiare opinioni e crescere grazie ad attività formative e culturali, magari guardando un film o uno spettacolo di teatro. Pensiamo che la riapertura di questa struttura non sia in grado di impedire la “fuga di cervelli", ma quantomeno possa essere di supporto a chi decide di rimanere. Questa necessità è molto sentita, non solo a Penne, ma anche dei paesi limitrofi, dove molti giovani sono costretti a spostarsi verso i centri urbani, per esempio a Pescara.

Siete fra i 15 finalisti della quarta edizione del bando culturability 2017, selezionati fra 429 progetti arrivati da tutta Italia. Quale è stata la reazione a questa notizia? 

La reazione è stata bellissima, non solo da parte della nostra associazione, ma di tutta la comunità che crede molto in questa iniziativa. Abbiamo avuto dei riscontri positivi dagli abitanti di Penne e dei paesi limitrofi. Ci fermano spesso per strada, chiedendoci informazioni su come sta andando. Queste persone sperano nella vittoria di culturability perché la vedono come un'occasione per aiutare un'intera comunità e un territorio che ripeto, nonostante la tragedia e le difficoltà che sta portando avanti, reagisce comunque in maniera molto propositiva. E questo percorso può esserne la conferma. Speriamo di vincere, ci crediamo molto!